sabato 5 giugno 2010

Cronache "precarie" palermitane

Di seguito la cronaca della giornata palermitana a complemento della quale potete visualizzare un ampio reportage fotografico.

Ore 7,00. Piazza Falcone e Borsellino. I due autobus, messi a disposizione dall'Amministrazione comunale, che ci porteranno a Palermo sono già qui. Ci ritroviamo di nuovo a prendere l'autobus della speranza: stesse facce, stesso spirito, ma qualche capello bianco in più. Ci sono pure a sostenere la nostra causa l'assessore Cimino, i dirigenti Chiello e Galati, i consiglieri Capizzi e Monasteri e i colleghi "di ruolo" Zitelli e Bascetta. Tra un saluto ed uno scambio di battute inizia la nostra giornata da precari in sciopero.

Ore 7,45. Si parte. Sul tragitto, breve sosta a Grottacalda e a Enna Bassa dove ci attendono alcuni colleghi di Valguarnera e Calascibetta.

Ore 9,00. Solita fermata "tecnica" all'autogrill di Termini Imerese. Gran confusione e tantissimi bus da tutta la Sicilia. Buon segno. Si vedono squadroni di quarantenni indossare magliette arancioni. Non c'entra niente il Tibet. La scritta "venti anni di precariato" rivela la reale condizione. Ci scambiamo qualche parere. La solidarietà nasce spontanea tra colleghi di sventura provenienti dalla parte opposta della Sicilia. 

Ore 10,15. Eccoci a Palermo. Imbocchiamo viale Ernesto Basile. Alla sinistra, una quinta di autobus parcheggiati oscura la cittadella universitaria. Hanno appena sbarcato una valanga di precari all'imbocco del viale. Tra un po' tocca a noi.

Ore 10,30. Incuneati in un budello, tra il cantiere della metropolitana e il giardino del parco d'Orleans, striscione alla mano e megafono bascettiano urlante, facciamo il nostro ingresso in piazza Indipendenza. Siamo un casino da tutta la Sicilia. Incredibile. Ognuno con una sua storia, una famiglia, una realtà.

Ore 10,45. Due altoparlanti un po' sgangherati, messi a disposizione dalla banda dei confederali, diffondono proclami e rabbia. Incontriamo Giuseppe Di Prima e Francesco Restivo. Ci dicono di essere l'avanguardia dell'Amministrazione. Il Sindaco sta arrivando.

Ore 10,50. Si alternano al microfono gli interventi di Amministratori locali con fascia tricolore e colleghi. Qualcuno di loro usa la solita retorica da piazza che fa trasparire la consueta arte dei politicanti di cavalcare l'onda. Altri invece, riescono ad attrarre la folla con interventi più energici. Due su tutti fanno esplodere i scroscianti applausi della piazza. Quello di un sessantenne, sceso in piazza per suo figlio precario e per il futuro del suo nipotino e quello di una quarantenne, assessore comunale di Mineo, prestata alla politica, ma articolista da sempre.

Ore 12,15. Arriva il Sindaco Nigrelli. Ci sono pure gli assessori Ribilotta e Grillo. I dubbi di qualcuno sulla sua partecipazione vengono fugati. C'è pure lui e adesso siamo tutti tranquilli: la giunta comunale è al completo. Salgono a Palazzo d'Orleans per capire cosa succede. Nel frattempo gli interventi si susseguono.

Ore 13,30. Un certo languorino inizia a fare capolino. Nell'attesa che i Sindaci scendano, e ci aggiornino su quello che accade, facciamo un salto da uno dei panellari migliori di Palermo. Non abbiamo fatto i conti però con la folla. Una invasione. 

Ore 14,15. Le panelle sono esaurite. Le prossime arriveranno non prima delle tre e mezza. C'è però pane con la milza in abbondanza. L'occhio si rifiuta e lo stomaco non può aspettare. Cambiamo programma. Tra una indicazione telefonica e una scarpinata in corso Calatafimi, consumiano un magro panino e un caffè in un bar vicino l'Albergo delle Povere. Una telefonata interrompe la pausa pranzo e ci avverte che il Sindaco è sceso.

Ore 15,10. Tra l'obelisco di Piazza Indipendenza e le stazioni di benzina il capannello di precari piazzesi ascolta interessato le parole del primo cittadino. Qualche domanda, qualcuna inopportuna, fa da sfondo alle curiosità dei colleghi. Si cerca di inquadrare il problema. Si dibatte, e per qualcuno, la giornata può dichiararsi conclusa. 

Ore 15,30. I colleghi dello SLAI Cobas ci informano che sono stati convocati da Lombardo per le 17,40. Mentre altri arrivati coi pulmann dei confederali, s'imbarcano per il rientro, noi decidiamo di capire cosa sta succedendo. Rimaniamo a presidiare la piazza.

Ore 16,10. Il tam tam degli sms richiama la truppa dispersa tra paninerie e bivacchi da primo maggio. I potenti mezzi di amplificazione dei confederali sono spariti. C'era da immaginarselo. Finita la rappresentazione si smonta la scena. Ci consola il fatto che sparite sono anche le loro bandiere. Ci si arrangia con i megafoni della "locomotiva". 

Ore 17,10. Arriva l'unità mobile sat della RAI. Vuol dire che si prepara una diretta dalla piazza. Ci sono quindi novità. Intanto la delegazione di tutti i sindacati viene ricevuta dal presidente Lombardo arrivato chissà da quale strano ingresso secondario.

Ore 18,30. La folla si raduna davanti al portone del palazzo presidenziale. Sembra che ci sia più gente di stamattina oppure erano proprio pochi i confederali presenti. Tra slogan e fischi si attendono notizie.

Ore 18,45. Alla regia mobile RAI arriva Lidia Tilotta. Prepara il montaggio del filmato con le dichiarazioni di Lombardo per l'edizione del TGR Sicilia delle sette e mezza.

Ore 19,20. I colleghi si sistemano con lo striscione davanti alle telecamere del TG3. Tra un po' parte la diretta. Un paio di telefonate per centrare l'inquadratura mentre avvisano che la delegazione sindacale è scesa con notizie nuove.

Ore 19,35. La nostra giornata palermitana da "precariNati" entra nelle case dei siciliani attraverso la sigla del TG3. Notizia da prima  pagina. Sul piccolo schermo di servizio l'inquadratura dello striscione dei precari del comune di Piazza Armerina ci riempie per un attimo d'orgoglio.

Ore 19,40. Le dichiarazioni di Lombardo suscitano commenti e valutazioni diverse: «...dal governo nazionale, il sottosegretario dottor Letta, che era delegato a discutere con me di questa vicenda importante e delicata, c'è un impegno ad affrontare e a risolvere il problema. Dopodiché la settimana prossima, a partire da martedì, bisognerà, ma io mi auguro che se tutte le forze politiche che qui vengono sensibilizzate, anche i sindacati e sopratutto i sindacati dei lavoratori, si impegnano con i loro referenti in commissione finanze, dove arriva la manovra di Tremonti, inserire questa deroga»

Ore 19,43. La giornalista RAI conclude il collegamento dicendo che la deroga è fondamentale per consentire all'ARS di approvare il decreto legislativo che stabilizzerebbe, entro un anno, con contributi regionali per dieci anni, i precari degli Enti locali, anche se i sindacati sembrano assai diffidenti sulla fattibilità di questa azione.

Ore 20,30. Si torna agli autobus. I commenti e le valutazioni si sommano alla stanchezza di una giornata da "precario in scadenza". Durante il viaggio di ritorno le prime valutazioni sul da farsi. 

Ore 23,30. Si sbarca in piazza Cascino. I saluti di rito concludono la nostra giornata. Lunedì ne riparleremo tutti insieme. Lunedì sarà consumato un altro giorno… da precario.

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