lunedì 7 giugno 2010

Non sempre solidarietà fa rima con lealtà


Riceviamo da una collega una lettera di solidarietà dai toni che percepiamo sinceramente appassionati.
La sua testimonianza si somma alle altre già ricevute e la ringraziamo per avere esternato attraverso una email la sua opinione.
Crediamo, tuttavia, che non sempre e non tutti gli atti che si consumano quotidianamente nei tavoli di contrattazione rispecchiano queste singole e personali posizioni.
Spesso le nostre prestazioni professionali all'interno di questa “grande famiglia” non sono adeguatamente riconosciute e "premiate".
Condividiamo appieno che il team di lavoro deve essere coeso, con una forte identità di gruppo, in cui ognuno deve sentirsi coinvolto come in una famiglia, ma è chiaro che l'idea della famiglia nasce dalla sicurezza di essere legittimati nel proprio ruolo di componente a pieno titolo e da una quotidiana e corretta percezione dei ruoli ricoperti e dei compiti assegnati.
Auspichiamo che questo particolare momento costituisca una opportunità di riflessione per TUTTI sulla necessità di costruire una comunità di lavoro basata su valori di lealtà e corresponsabilità.
Riportiamo di seguito il testo della lettera:

Colleghi,
giornalmente seguo le notizie riguardanti il grave problema di cui siete purtroppo protagonisti;
Premetto di essere consapevole che la situazione è grave e seria, però fiduciosa che l'epilogo sia benevolo.
Leggendo dettagliatamente la vostra giornata a Palermo, ho sentito la necessità di dirvi anzi di sottolineare dei punti che sicuramente, il momento che state vivendo, non vi permette di vedere nel modo giusto.
Nell'azione che state portando avanti giornalmente, traspare un leggero risentimento nei confronti dei colleghi...."di ruolo" e di cui, purtroppo, sconoscete il percorso lavorativo, solo per il fatto che ancora non facevate parte di questa famiglia;
Di lotte, speranze, illusioni, scorrettezze, abusi e tanto altro ancora, è stata costellata la vita lavorativa dei vostri colleghi "di ruolo":
Ad ognuno di voi vorrei dire che il vostro problema non nasce per colpa nostra; siamo solidali con voi anche se non ci vedete nelle piazze o accanto a voi, sugli autobus della speranza!
Ognuno pensi ai legami affettuosi, di stima e di grande aggregazione che da vent'anni si sono consolidati all'interno dei nostri uffici;
il clima che abbiamo creato bisogna lasciarlo inalterato, oggi più che mai, poichè è nei momenti di maggiore difficoltà che si ha necessità di contare sulle persone vicine anche se non scendono in piazza......
Siamo in attesa, come voi, della felice conclusione della vicenda. Crepi il lupo 
Affettuosamente 
S.Latino

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