giovedì 17 maggio 2012

“Continueremo la nostra protesta, non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare l’assemblea permanente, così come ufficiosamente suggeritoci, perché siamo convinti di rivendicare un sacrosanto diritto sancito nella carta costituzionale. Se non ci sarà consentito rimanere anche di notte all’interno del Palazzo vorrà dire che sosteremo davanti l’ingresso. Da 23 anni garantiamo con il nostro lavoro e la nostra professionalità i più disparati servizi negli enti locali contribuendo a mantenere in piedi la macchina amministrativa. Non abbiamo creato noi questo disastro sociale, la politica che si è nutrita di noi ora faccia la sua parte. Non basta la solidarietà a parole servono fatti e azioni concrete. Non vogliamo essere considerati una zavorra ma una risorsa per le tante professionalità acquisite sul campo”.  E’ il grido di una delle tante non più giovanissime precarie che da tre giorni è in assemblea permanente nella sala consiliare della Provincia, preoccupata per il loro futuro, che appare sempre più incerto e cupo. All’interno della sala nessuna bandiera né politica né sindacale ma i loro striscioni a rappresentare tanta rabbia per avere sperato e creduto in un lavoro stabile e dignitoso. Intanto domani una delegazione per ogni provincia incontrerà il presidente della Regione. Appresa la notizia il presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, confida nell’azione della politica per trovare le risorse necessarie a scongiurare una tale macelleria sociale. “ L’emergenza lavoro deve avere una corsia preferenziale in qualsiasi agenda di Governo, perché il disagio sociale cresce a dismisura soprattutto nelle realtà più disagiate, come la nostra”.

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