domenica 30 maggio 2010

Indietro non si torna!

Questo blog è solidale con tutti i colleghi precari che in questi giorni stanno attuando forme pacifiche di protesta per rivendicare il loro diritto al lavoro. In particolare condividiamo le parole di Giuseppe Cardenia del MGL che riportiamo testualmente.

«Ai pochi che in questi giorni appellandosi a ruoli e titoli, contestano al personale in servizio con contratto a termine e/o impegnato in ASU, procedure e tempistica sulle modalità di esercitare il diritto allo sciopero, richiamando questa o quell'altra norma contrattuale, rivolgo l'invito a essere meno "Generali" e più padri di famiglia, a non soccombere alle pressioni di questa o quell'altra organizzazione sindacale per ricambiare favori e cortesie che hanno compromesso la loro posizione contrattando oggi questa progressione domani quell'indennità.Agli Amministratori locali che manifestando condivisione e comprensione stanno testimoniando con impegno e partecipazione la motivata e giusta causa che ha indotto il personale interessato a proclamare lo stato di agitazione e l'astensione dal lavoro, rivolgo l'invito a essere garanti del diritto soggettivo al lavoro e a tutelarlo in tutte le sue forme di lotta già sul posto di lavoro, isolando e mettendo a tacere abusi e strumentalizzazioni poste in essere da chi sul precariato ha fino ad oggi solo speculato nel proprio, esclusivo e personale interesse determinando disparità di trattamento a danno dei lavoratori con contratto a tempo determinato e/o impegnato in ASU.A tutto il personale in servizio con contratto a termine e/o impegnato in ASU, rivolgo l'invito a non cedere a ricatti e ritorsioni elargiti gratuitamente da chi nella funzione di Responsabile e/o dirigente, RSU e quant'altro esercita il proprio ruolo per secondi fini e non già per essere rispettoso di norme contrattuali; se così fosse ci chiediamo perchè questi signori si appellano a norme e contratti solo per richiamare doveri, quando fino ad oggi le medesime non sono state prese in considerazioni per riconoscere diritti negando parità di trattamento sul posto di lavoro fra personale a tempo determinando e indeterminando, calpestando il diritto a beneficiare del trattamento salario accessorio, della progressione orizzontale, del diritto a essere considerati elettorato attivo e passivo nelle ultime elezioni RSU, etc.»

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