sabato 10 marzo 2012

Valgono oro i cento voti dei “carusi” precari del Comune

Ora che le bocce sono ferme e i risultati sono stati resi ufficiali, il tentativo di analizzare la tornata elettorale può essere elaborato con maggior oggettività e serenità, sgomberando il campo da ogni forma di faziosità che spesso altera e influisce sull’obiettività delle valutazioni.

Proviamo quindi a ragionare su come si è pervenuti a questa svolta e su cosa adesso bisognerà fare, abbandonando accenti polemici e dottrinali che altri, privi di argomentazioni, ma esperti in disquisizioni inutili, avrebbero voluto utilizzare rispetto al ragionamento e al metodo responsabile e costruttivo messo in atto in questa vicenda dai lavoratori precari comunali.

Spesso considerati dai cittadini, che sconoscono la reale operatività contrattuale limitata solo a 18 o 24 ore settimanali, lavoratori “improduttivi” e privilegiati, irrisi dai colleghi di ruolo che rozzamente si ostinano a chiamare gli ormai quarantenni ancora “carusi”, utili all’Ente che talvolta li utilizza impropriamente, i precari gravitano intorno al nostro comune da quasi 25 anni e consentono, piaccia o no, con la loro quotidiana operatività in alcuni settori strategici della macchina amministrativa, di supplire a lacune professionali e a carenze operative e d’organico.
Attualmente la metà del personale comunale è rappresentato da questa tipologia di lavoratori che, nel passato, nonostante il copioso numero, non ha avuto alcuna rappresentanza sindacale.

Da questa consapevolezza è nata da qualche tempo una meditata condotta operativa finalizzata al miglioramento della condizione lavorativa e capace di richiedere all’amministrazione l’applicazione di tutte le norme giuridiche esistenti per consentire la definitiva fuoriuscita dal bacino del precariato.
Queste ragioni, in estrema sintesi, hanno portato al successo elettorale odierno. Perchè nessuno può, alla luce dei numeri, negare che un successo da parte dei lavoratori precari ci sia stato.
E’ ovvio che, dopo una competizione elettorale, tutti si affrettino, attraverso nutriti comunicati stampa e impeccabili dichiarazioni ufficiali, a proclamarsi vincitori.
Ragioni di visibilità e imponderabili disegni strategici impongono a questi di apparire quali forse non sono. Ma alla popolazione precaria del comune, poco importa di costoro che sanno in cuor loro di avercela fatta per il rotto della cuffia o, volendo usare un eufemismo, per una botta di “grande fortuna”.

L'obiettivo principale era quello, in questa fase, di eleggere una diretta rappresentanza. E l’obiettivo è stato ampiamente raggiunto.
Ma andiamo per ordine. Dati alla mano ben cinque candidati eletti su nove appartengono al personale precario. Tra questi i tre più votati in assoluto: Laura Ballacchino (29 voti), Francesco Muscarà (22 voti) e Daniela Saitta (17 voti) i quali, grazie al loro forte apporto, hanno consentito ad alcuni colleghi di essere presenti in seno alle RSU per la prima volta e ad altri di riconfermare la loro presenza.
La mobilitazione quindi ha pagato e i risultati parlano chiaro. I colleghi eletti hanno saputo proporsi in termini di credibilità e sono stati ripagati con la fiducia sulla delega ad essere rappresentati. La stessa fiducia che altri invece, attraverso azioni personalistiche e poco programmate avevano in passato disatteso.
Il loro personale successo è stato reso possibile anche grazie alla consapevole stima che molti colleghi di ruolo hanno a loro attribuito. Questo bisognerà farlo diventare un valore aggiunto per contribuire alla creazione, all’interno degli ambienti di lavoro, di un clima armonioso e solidale, spesso proclamato nei discorsi e quasi sempre disatteso nei fatti.

A noi interessa però analizzare la nuova situazione venutasi a creare nel nostro comune che, per la platea del personale precario, può essere considerata un grande successo.
Se volessimo quindi autocompiacerci per il lavoro svolto, basterebbe questo per affermare che la vittoria dei precari è stata assoluta e che la stessa, come già detto, ha consentito a qualche impiegato di ruolo di poter confermare il proprio status di rappresentante RSU. Ma ciò sarebbe errato nella formulazione e scorretto nella sostanza. Tutti abbiamo bisogno di tutti, anche se molti, dietro nascoste ed apparecchiate scrivanie, pensano il contrario.

I cento voti dati ai colleghi precari in lista significano la possibilità di presenziare direttamente a quei tavoli di concertazione dove nel passato si sono discusse le scelte operative in materia ad esempio di produttività e straordinario e dalle quali i lavoratori precari sono stati sempre esclusi.
Occorre consolidare una posizione che sino a ieri era inesistente, costruendo un percorso virtuoso, legittimato dal consenso ottenuto e rispettando le deleghe che gli eletti hanno ricevuto dagli elettori.

E parte, proprio da alcuni nostri colleghi eletti, tra i quali Laura Ballacchino, l’istanza di partecipazione diretta alle attività loro delegate attraverso la costruzione di gruppi di lavoro, che possano supportare e sostenere l’azione sindacale e consentire al contempo un travaso informativo, una migliore consapevolezza e una adeguata conoscenza delle scelte operate.
Se riusciremo ad ottenere questo, sarà un grande successo per tutti noi e per la democrazia interna all’Ente.
L’azione sindacale unita a quella del primo cittadino, per il quale temi come la trasparenza e la concertazione hanno rappresentato il fil rouge della sua formazione, potranno adeguatamente fornire le opportune soluzioni alle molteplici problematiche che TUTTI dovranno affrontare, nella avvilente condizione economica congiunturale di questo inizio di secolo.

Nessun commento:

Posta un commento