“Continueremo la nostra protesta, non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare l’assemblea permanente, così come ufficiosamente suggeritoci, perché siamo convinti di rivendicare
un sacrosanto diritto sancito nella carta costituzionale. Se non ci
sarà consentito rimanere anche di notte all’interno del Palazzo vorrà
dire che sosteremo davanti l’ingresso. Da 23 anni garantiamo con il
nostro lavoro e la nostra professionalità i più disparati servizi negli
enti locali contribuendo a mantenere in piedi la macchina
amministrativa. Non abbiamo creato noi questo disastro sociale, la
politica che si è nutrita di noi ora faccia la sua parte. Non basta la
solidarietà a parole servono fatti e azioni concrete. Non vogliamo
essere considerati una zavorra ma una risorsa per le tante
professionalità acquisite sul campo”. E’ il grido di una delle tante
non più giovanissime precarie che da tre giorni è in assemblea
permanente nella sala consiliare della Provincia, preoccupata per il
loro futuro, che appare sempre più incerto e cupo. All’interno della
sala nessuna bandiera né politica né sindacale ma i loro striscioni a
rappresentare tanta rabbia per avere sperato e creduto in un lavoro
stabile e dignitoso. Intanto domani una delegazione per ogni provincia
incontrerà il presidente della Regione. Appresa la notizia il presidente
della Provincia, Giuseppe Monaco, confida nell’azione della politica
per trovare le risorse necessarie a scongiurare una tale macelleria
sociale. “ L’emergenza lavoro deve avere una corsia preferenziale in
qualsiasi agenda di Governo, perché il disagio sociale cresce a
dismisura soprattutto nelle realtà più disagiate, come la nostra”.
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